Nuove forme di mobilità, scopriamo insieme la differenza tra car-sharing e car-pooling.
Con l’avvento della new economy (altro termine ormai che si sente spesso), gli inglesismi sono aumentati a dismisura e anche nel caso dei trasporti, non mancano nuove terminologie che indicano forme di mobilità differenti, al punto da fare confusione tra le diverse soluzioni.
Soprattutto nelle grandi città, non possiamo fare a meno di utilizzare i nuovi servizi di trasporto condivisi. Alcune volte senza nemmeno renderci conto delle differenze, tanto da fare confusione tra una tipologia di servizio ed un altro.
Oggi scopriamo le differenze tra car-sharing e il car-pooling.
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Il Car-Sharing
Il car-sharing è l’evoluzione dell’auto a noleggio, dove l’auto viene noleggiata e utilizzata da più più persone anche durante la stessa giornata.
Il nostro smartphone diventa la chiave digitale per registrarsi al servizio, prenotare la vettura desiderata, e pagare il tempo di utilizzo alla fine di ogni noleggio.
Gli esempi più conosciuti sono quelli proposti da grandi gruppi come ENI o Daimler AG, che propongono rispettivamente Enjoy e Car2Go. Presenti prevalentemente nelle grandi metropoli, seguono le regole del car-sharing “a flusso libero” dove l’auto si può prelevare e rilasciare ovunque, ma entro un perimetro ben definito indicato come “area di servizio”.
Anche i classici autonoleggio stanno evolvendo, e grazie alla tecnologia offrono la possibilità di ritirare l’auto con il proprio smartphone per poi consegnarla in un luogo diverso dal ritiro, come ad esempio un aeroporto, seguendo lo schema di servizio “a punto fisso”, dove l’utente può consegnare l’auto solo in punti specifici.
Sempre più cittadini decidono di vendere la propria auto per utilizzare i servizi in condivisone. Altri addirittura, sono interessati ad affittare la propria auto, un po’ come con Airbnb per le case. E’ il caso di piattaforme di car-sharing “Peer-to-Peer” come le italianissime Auting o GetMyCar, dove cittadini privati possono noleggiare la propria auto ad altri utenti che ne hanno bisogno.
Il Car-Pooling
Diverso il discorso quando si parla di car-pooling, che è praticamente un autostop digitale. In questo caso si condivide lo spostamento con la stessa auto. Non si tratta di autisti professionisti, ma di utenti privati che condividono il tragitto casa-scuola, casa-lavoro o il percorso verso un evento. Chi offre il passaggio riceve una rimborso spese da chi lo richiede.
Per le lunghe percorrenze la piattaforma di riferimento è la francesce BlaBla Car, in cui il proprietario dell’auto pubblica il viaggio e chiunque può usufruire di un passaggio contribuendo alle spese attraverso il pagamento di un importo stabilito dal guidatore. Esistono anche realtà di car-pooling a breve percorrenza che però ancora non sono ampiamente adottate ed utilizzate. In Italia abbiamo alcuni esempi di aziende innovative come i ragazzi sardi di Clacsoon, che propongono alcune realtà di car-pooling a breve percorrenza.
Conclusioni
Esistono molteplici servizi di trasporto in grado di soddisfare i più disparati bisogni di mobilità. Che sia il risparmio di denaro, di tempo o anche per semplice divertimento o condivisione, il consumatore può muoversi in maniera sostenibile e responsabile. Magari rinunciando all’auto privata che in molti casi rappresenta un costo fisso non indifferente nel bilancio personale.